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Contesto
Il progetto nasce per il secondo anno in collaborazione con l’Università di Udine, all’interno del Festival di Conoscenza in Festa. La nostra ricerca ha a che fare con i segnali minimi della comunicazione umana in uno scenario di accelerazione digitale. Di fronte alla proliferazione di segnali digitali e dall’accelerazione del tempo della relazione, sembra che non ci siano più occasioni per fermarci e osservare quello che accade attorno a noi. Lo spazio della relazione, teso come un elastico dalla nostra necessità di essere sempre presenti, sempre reperibili, sempre chiamabili è occupato da notifiche, tasti di invio, informazioni in overload.
Intervento
DMAV, con Minimalia, esposizione diffusa e componibile, esplora la complessità di questo scenario mescolando giochi di percezione, rituali ossessivi, mistica digitale, momenti di contemplazione incantata.
Due sono i linguaggi di questo intervento:
#MINIMALIA_LITTLE TOWN esposizione presso MAKE Spazio Espositivo.
Minimalia_Little Town presenta una serie di diorami fotografici in cui il gioco tra le proporzioni, l’ingrandimento, la miniatura, gli oggetti fuori misura, crea un effetto di spaesamento visivo.
Qual è il punto di osservazione corretto in questi paesaggi fuori scala?
Gli ambienti di Little Town assomigliano senza dubbio a luoghi di attraversamento affettivo e percettivo, in cui gli abitanti, intenti in attività poco chiare e assorbiti in rituali vagamente nevrotici, entrano in risonanza con enormi schermi su cui appaiono immagini di natura misteriosa: sono proiezioni di desideri, allucinazioni, visioni lisergiche? Forse i minuscoli abitanti di Little Town vogliono lanciarci un messaggio, ci spingono ad identificarci con loro a partire dall’influsso esercitato dalle grandi immagini e dall’esperienza che stanno vivendo.
Al centro dei diorami, oggetti che assomigliano a idoli o a reperti di civiltà misteriose creano un ulteriore elemento di risonanza emotiva, facendo pensare che ogni immagine non sia altro che la tessera dispersa di un mosaico che, se ricomposto, ci racconterebbe qualcosa di sorprendente sugli abitanti di questa città in miniatura.
#MINIMALIA_TEXTURE Total Room in via delle Pelliccerie a Udine, stanza immersiva.
Minimalia _Texture è un intervento a dimensioni variabili in cui lo spazio dell’opera diventa il luogo di apparizioni leggibili su più livelli.
Uno sfondo stampato a motivi naturali – che suggeriscono una sensazione di esotismo e di quiete contemplativa – ospita l’apparizione luminosa di una sorta di teschio pop. Un teschio immerso in un calcolo misterioso: forse è un conto alla rovescia, oppure un body count delle vittime di guerra destinato a salire in modo inesorabile.
Le tracce digitali creano un cortocircuito tra pieno e vuoto, mentre le diverse forme che la texture può assumere – installazione di grandi dimensioni, spazio sotterraneo di meditazione, stanza per una full immersion sensoriale – sono altrettante declinazioni di una paradossale esperienza del sacro contemporaneo.
Side notes
Questa ricerca sul tema della mistica digitale è l’occasione per l’incontro tra il Collettivo e Babatwoosh, mistica digitale islandese che accetterà l’invito ad esibirsi per due performance DMAV in Italia.